Descrizione
Chianti Classico 2019 Castello della Paneretta
Sangiovese 85%, Canaiolo 10% e Colorino 5%.
Colore rosso rubino
Al naso è pulito preciso ed immediato nel suo manifestarsi. La frutta da fusto rossa, come ciliegia ed amarena, alcuni tratti di selvatico, di bacche d’arbusto e di tabacco.
Al palato è in ottimo equilibrio tra durezze e morbidezze. Consistente e ben disegnato, ha nella presenza tannica e nella sottile trama minerale un valido aiuto alla serbevolezza, e alla capacità di adattarsi a più cibi.
Nel complesso la Toscana può vantare un Chianti Classico dai profumi puliti e tradizionali, che si mette in evidenza per la facilità di beva.
Chianti Classico 2019 Castello della Paneretta
Il tipo di allevamento si divide tra cordone speronato e spalliera con potatura guyot.
Dopo la vendemmia, effettua la fermentazione alcolica in contenitori di acciaio inox a temperatura controllata di 27/28°C per 10/12 giorni.
Affina in botti di rovere da 30 e 50 ettolitri per 12 mesi.
Il Castello della Paneretta ha origini antichissime, che risalgono fino alla battaglia di Montaperti nel 1260. Con una superficie di oltre trecento ettari complessivi, di cui 22 di vigneto, è una delle aziende agricole dalle maggiori dimensioni della zona.
In base al tipo di suolo possiamo dividere il corpo dei vigneti in tre diverse aree.
I vigneti Terrine, Torre a Destra, Torre a Sinistra hanno argilla con grande quantità di galestri chiari e formazioni calcaree. Gli strati sono disposti nella direzione della collina e gli affioramenti rocciosi sono deboli. I terreni sono di colore ocra chiaro, poco erosi ed hanno uno straordinario equilibrio fisico. Da questi suoli si estraggono vini corposi e ben strutturati.
I vigneti Ciliegio, Bossolo, Barbiano hanno strati di argilliti scistose rosso violacee alternate a banchi di deposito di terreni più argillosi e limosi. I vini di questi terreni si producono vini più magri, ma dotati di maggiore finezza.
Infine dai vigneti Querciole e Poggio Sono suoli semi pianeggianti e posti in cima ai poggi. Qui possiamo osservare il processo di antica formazione risalente a epoche climatiche di tutt’altra natura, dove le aggressioni del ferro e dell’alluminio sui banchi calcarei, ha dato origine a suoli più profondi e forti. La giacitura di questi terreni unita alla loro esposizione lì protetti dal dilavamento e resi più generosi.