Descrizione
Vin Santo del Chianti Classico 2010 Castello della Paneretta
Trebbiano 70% e Malvasia 30%
37,5 cl
Colore tra il giallo oro intenso e l’ambra
Al naso è colorato di splendidi profumi di frutta essiccata, uva passa e fico secco. Poi la frutta secca con noce mandorla e nocciola. Non si nascondono il miele di robinia, i fiori più intensi e la vaniglia.
Al palato è copioso nell’espressioni delle morbidezze, eppure con ferma struttura donata da mineralità e acidità.
Ottimo esempio di passito italiani dalla lunghissima tradizione.
Oltre all’abbinamento con i cantucci, è 0ttimo con la pasticceria secca in generale e a base di pasta di mandorle.
Accompagna, creando affinità elettiva, i formaggi erborinati più famosi al mondo: il Roquefort, lo Stilton, il Gorgonzola naturale piccante, il Blu di Bufala e lo Strachitunt stagionato.
Vin Santo del Chianti Classico 2010 Castello della Paneretta
Le uve provengono da una piccola parcella di 0,65 ettari.
Dopo la vendemmia manuale, i grappoli sono delicatamente appesi nelle soffitte della tinaia per un periodo di 5 mesi.
Raggiunto il livello ottimale, si pressano e col mosto ottenuto si riempiono i caratelli in legno di rovere e castagno. Il caratello è una una piccola botte tradizionale della Toscana e dalla capacità di 110 litri.
Il Castello della Paneretta ha origini antichissime, che risalgono fino alla battaglia di Montaperti nel 1260. Con una superficie di oltre trecento ettari complessivi, di cui 22 di vigneto, è una delle aziende agricole dalle maggiori dimensioni della zona.
In base al tipo di suolo possiamo dividere il corpo dei vigneti in tre diverse aree.
I vigneti Terrine, Torre a Destra, Torre a Sinistra hanno argilla con grande quantità di galestri chiari e formazioni calcaree. Gli strati sono disposti nella direzione della collina e gli affioramenti rocciosi sono deboli. I terreni sono di colore ocra chiaro, poco erosi ed hanno uno straordinario equilibrio fisico. Da questi suoli si estraggono vini corposi e ben strutturati.
I vigneti Ciliegio, Bossolo, Barbiano hanno strati di argilliti scistose rosso violacee alternate a banchi di deposito di terreni più argillosi e limosi. I vini di questi terreni si producono vini più magri, ma dotati di maggiore finezza.
Infine dai vigneti Querciole e Poggio Sono suoli semi pianeggianti e posti in cima ai poggi. Qui possiamo osservare il processo di antica formazione risalente a epoche climatiche di tutt’altra natura, dove le aggressioni del ferro e dell’alluminio sui banchi calcarei, ha dato origine a suoli più profondi e forti. La giacitura di questi terreni unita alla loro esposizione lì protetti dal dilavamento e resi più generosi.